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venerdì 18 settembre 2020

"Io non mi lamento" di Will Bowen (un richiamo alla Psicocibernetica)

E' con gran piacere che indico un libro letto da me molto interessante dal titolo "Io non mi lamento" di Will Bowen. Per il momento non farò una recensione di questo libro ma mi limiterò a darvi un assaggio per incuriosirvi. In questo post voglio condividere con voi una piccola parte del libro.

L'autore narra che un giorno mentre era al volante della sua macchina notò un cartello di cartone sul ciglio della strada che diceva "Se sei felice suona il clacson". Immediatamente non gli venne voglia di seguire il consiglio ma poi, dovendo passare di lì tutti i giorni, iniziò per caso a suonare e notò che pian pianino le sue preoccupazioni scemavano e il suo umore migliorava. Un giorno decise di andare a scoprire chi avesse messo tale cartello e andò a bussare alla casa in prossimità di esso. Un signore gli aprì la porta e lo invitò immediatamente ad entrare. Gli chiese del cartello e il signore disse di averlo messo lui e che non era stato il primo ad andare a bussargli. Gli spiegò che di lì passavano molti turisti diretti al mare, felici e contenti di godersi le vacanze estive. Di recente alla moglie era stato diagnosticato un tumore e la prognosi non era delle migliori. Lo scopo del cartello era di fare in modo che le persone non prendessero per scontato quel momento per loro felice, renderli dunque consapevoli. All'inizio si sentiva qualche rado colpo di clacson ma presto aumentarono e quelle strombazzate diventarono una medicina per la moglie, che da letto udiva i clacson e si sentiva circondata da persone felici. Il marito presentò a Bowen la moglie che stava molto meglio di come lui l'avesse immaginata. Lei spiegò che mentre sentiva i clacson, lei inventava storie su quelle famiglie: se era un giorno di sole li immaginava sulla spiaggia a prendere il sole; se pioveva li immaginava in visita all'acquario o a fare spese; insomma se li immaginava felici.
L'autore del libro scrive:
«Con il sostegno di un marito amorevole, anziché concentrasi su quello che era la realtà — una realtà confermata da medici esperti — quella donna si era concentrata sul bene che la circondava. E così aveva sconfitto pronostici, abbracciato la vita e toccato il cuore di milioni di persone».
Qui chiaramente si tocca un tema importante: quello della meditazione immaginativa e della lamentela. La donna concentrava la propria attenzione su cose piacevoli; con i suoi pensieri emetteva vibrazioni positive e questo le permetteva di non logorarsi (lamentarsi) pensando alla sua situazione di vita.
Da questo racconto possiamo intuire il potere dell'immaginazione.

venerdì 11 settembre 2020

La ricchezza: come ottenerla

Tra i vari temi legati alla spiritualità ce n'è uno che non ho mai creduto potesse esserlo: quella della ricchezza.
Quando le persone sentono parlare di ricchezza pensano subito ai soldi. Anche io ho sempre pensato così. Purtroppo mi sono dovuto ricredere: la ricchezza è un concetto spirituale e chi vi dice il contrario non sa di cosa sta parlando.

Nella pagina dedicata a questo tema, passerò in rassegna alcuni libri tra cui I segreti della mente milionaria di T. Harv Eker e La via della ricchezza di Salvatore Brizzi. Vi sono poi anche altri libri che potrò consigliarvi. Tra i libri sulla ricchezza (che però non ho ancora letto) vi anticipo Attrai denaro di Joe Vitale. Adoro questo autore per il fatto che scrive in modo molto attuale. Si tratta di una persona che è finita a vivere per strada, senzatetto, e poi si è risvegliato diventanto una persona ricca, anche economicamente.

Come vedrete nella pagina dedicata, la ricchezza è fortemente connessa con La legge dell'attrazione e si tratta di uno stato interiore, un modo di sentire, di percepire e percepirsi nel mondo; e quindi un modo di operare nel mondo.

Link alla pagina dedicata alla ricchezza .
Come fuori programma vi lascio questo documento incompleto tratto da due libri di Joe Vitale.

mercoledì 9 settembre 2020

Psicocibernetica: la sensazione di vittoria (quarta e ultima parte)

Maltz consiglia fortemente di concentrarsi su ciò che si vuole far accadere. Questa credenza è oramai diffusa tra molti scrittori, pensatori e uomini di successo:
ciò su cui si concentra l'attenzione si espande
Questo monito è anche espresso fortemente nel bellissimo film The secret e nell'omonimo libro di Rhonda Byrne. Tratterò di questo film e del tema della Legge dell'attrazione in una pagina a parte. Ci sono alcuni punti fondamentali da tenere a mente, sempre:
  1. restare sempre orientati verso uno scopo, anche durante una crisi
  2. quando qualcosa vi minaccia, considerate con serietà qual è la cosa peggiore che vi può accadere
  3. considerate le crisi giornaliere non come questioni di vita o di morte ma come occasioni per progredire
Per emulare la sensazione di vittoria o raggiungimento di uno scopo dovete vedere con chiarezza la possibilità di raggiunrgelo, immaginando la situazione, in modo da far sorgere la sensazione che provereste se lo scopo fosse stato raggiunto:
se indugiamo a pensare al fallimento, vividamente, esso diventerà reale per il nostro sistema nervoso e sentiremo anche i sentimenti che a tali pensieri si accompagnano.
Invece se teniamo a mente il nostro scopo positivo, con fermezza, se vi pensiamo in termini di fatto compiuto, proveremo sentimenti di vittoria: fiducia in noi stessi e coraggio.
Quindi la chiave di tutto il processo è questa:
immaginate il vostro scopo o il risultato atteso con chiarezza e vividamente, anche nei particolari, e poi 'afferate' quella sensazione che provereste se il risultato fosse un fatto già compiuto
Allora agirete creativamente e spontaneamente e farete uso dei vostri poteri interiori per raggiungere quello che desiderate.
Da tutto ciò si evince che siamo noi i creatori del nostro universo, della nostra vita. Avendo appreso ciò che ho appena descritto non potrete più trarre consolazione per le vostra situazione presente dal disprezzo per la società, i vostri genitori ed altro. Certamente queste cose vi aiuteranno a capire come siete arrivati al punto in cui siete. Ma dovrete accettare il fatto che disprezzarle non risolverà i vostri problemi né renderà migliore il presente e il futuro.

lunedì 7 settembre 2020

Psicocibernetica: l'immaginazione (parte terza)

Nel capitolo tre, Maxwell Maltz parla del potere dell'immaginazione. Maxwell, che come ricordo era un chirurgo plastico, si era accorto di una potente connessione tra le persone che volevano sottoporsi ad operazioni e il loro stato emotivo e modo di pensare. Come molti psicologi prima di lui, aveva capito che lo stato emotivo dei suoi pazienti dipendeva fortemente dal loro modo di pensare. I loro 'pensieri' determinavano la loro felicità e quindi il loro grado di accettazione di se stessi.
Parafrasando Maltz: «Il nostro agire o non agire sono conseguenze dell'immaginazione e non della volontà come comunemente si crede».
Poi continua andando ancora più in profondità dicendo: «Un essere umano agisce, sente e si comporta sempre inconformità con ciò che egli immagina essere vero riguardo a se stesso e al suo ambiente».
Durante l'ipnosi, un soggetto recita mentalmente. Se gli viene detto di trovarsi al Polo Nord, egli non soltanto tremerà e sembrerà avere freddo ma anche il suo corpo reagirà coprendosi di pelle d'oca.

Questo significa che il sistema nervoso non può percepire la differenza tra esperienza immaginaria e esperienza 'reale': egli reagisce automaticamente dai dati comunicategli dal cervello:

«Il sistema nervoso reagisce in conformità a quanto 'voi' pensate o immaginate essere vero»
Questa affermazione è oramai nota dagli studi di Neuroscienze. Se un uomo incontrasse un attore travestito da orso, le sue reazioni emotive e nervose sarebbero le stesse se avesse incontrato un orso vero. L'umo reagisce alle sue idee o opinioni di ciò che lo circonda.
Da qui una conclusione di un'importanza epocale:
Se le nostre idee e le immagini mentali che ci riguardano sono distorte e irreali, allora anche le nostre reazioni all'ambiente saranno errate.
Quindi, perché non immaginarci come individui di successo? Questo meccanismo può operare solamente se ha un bersaglio da colpire, ovvero un obiettivo.Ecco il consiglio pratico:
Visualizzate nella vostra mente ciò che volete fare e poi passate all'azione. Dovete semplicemente rilassarvi e smettere di agire forzatamente: raffiguratevi il bersaglio e abbiate fede. I dettagli sono importantissimi. Cercate di vedere voi voi stessi mentre agite, sentite e 'siete' come volete essere. Immaginatevi come vi sentireste se foste la persona che vorreste essere: se siete 'scontrosi', immaginatevi di muovervi fra la gente come se non lo foste; se siete 'timorosi', immaginatevi di agire con coraggio, fiducia e tranquillità.
E ricordate: il vostro attuale modo di agire è automatico e spontaneo a causa di ricordi, reali o immaginati, da voi costruiti nel tempo.

venerdì 4 settembre 2020

Psicocibernetica: un manuale per la felicità (seconda parte)

Un altro punto che ha secondo me una potenza straordinaria sono le parole riportate sempre nel capitolo 'La personalità del tipo di successo' nel punto 5 in cui riguarda la stima.
L'autore dice: «Mostrate rispetto ogni essere umano solo per il fatto che è una creatura di Dio e quindi una cosa di valore [...] Esercitatevi a trattare gli altri come se avessero un certo valore e sarete sorpresi nel constatare di avere più stima di voi stessi».
Poi continua definendo in un modo sorprendente la stima: «La vera stima non è conseguenza delle grandi cose che avete fatto, di ciò che possedete, della strada che avete percorso ma è semplicemente il riconoscimento di voi stessi per quello che siete: un figlio di Dio. Quando arrivate a capire ciò dovrete concludere di dover apprezzare anche gli altri per la stessa ragione».

Da qui posso citare il Vangelo secondo Matteo (19:19): "Amerai il prossimo tuo come te stesso". Questa frase viene riportata anche negli altri Vangeli ma il punto è che questa frase sottende quello che spiega Maltz qui sopra.

Non posso fare a meno di citare Igor Sibaldi, filosofo, scrittore, saggista e traduttore che ha scritto un bellissimo libro sul vangelo da titolo "Il codice segreto del Vangelo". Dalla sua traduzione emerge che la frase qui sopra del vangelo andrebbe tradotta con "Tu ami il prossimo tuo come te stesso". Sibaldi sostiene che la traduzione corretta della frase sarebbe con il presente indicativo. In questo modo la frase vorrebbe dire che tu ami te stesso nel modo e nella misura in cui tu ami gli altri. Vuoi sapere quanto ti ami? Basta che guardi come ami e tratti gli altri. Ti vuoi amare di più? Puoi iniziare ad amare di più gli altri e trattarli meglio.
Si tratta chiaramente della Legge del specchio in entrambi i casi.

mercoledì 2 settembre 2020

Psicocibernetica: un manuale per la felicità

Tra i vari libri che ho letto in quest'ultimo anno ce n'é uno che mi ha particolarmente colpito: "Psicocibernetica" di Maxwell Maltz, datato addirittura 1960. E' un libro alla portata di tutti, scritto in un linguaggio semplice. Non tratta di Ingegneria o di Informatica, piuttosto di Psicologia. L'autore in questo libro spiega come sia arrivato ad interessarsi di certi temi partendo dalla sua professione di Chirurgia Plastica. Questo è il punto interessante del libro di cui non voglio togliervi la sorpresa; piuttosto vi invito a comprarlo. Qui vorrei solamente spiegare alcuni punti del capitolo sette intitolato Potete acquisire l'abitudine alla felicità. Come già tanti psicologi in passato hanno sottolineato, la felicità è uno stato mentale in cui abbiamo pensieri gradevoli per la maggior parte del tempo. Se aspettate che i pensieri piacevoli arrivino da soli, probabilmente continuerete ad avere i soliti pensieri che hanno affolato la vostra mente sino ad oggi. Riporto qui seguito alcune parti del libro che sono talmente belle e potenti che non mi sento di modificare:

«La felicità è un'abitudine, un atteggiamento mentale, e se non si pratica costantemente e non se ne fa pratica nel presente, non arriverà mai. Non deve essere condizionata dalla risoluzione di un problema esterno, poiché risolto un problema ne sorge immediatamente un altro».

«La vita è una serie di problemi: se volete essere felici sempre, dovete esserlo per abitudine mentale, non a 'causa' di qualcosa».

Tra i vari consigli pratici che vengono forniti ve ne è uno molto interessante: pare che l'uomo sia contrariato non da ciò che accade ma dalla sua opinione su ciò che accade! Quindi bisogna separare i fatti dalle opinioni. Pensare di essere rovinato dal punto di vista finanziario è un'opinione; avere zero euro sul conto corrente è un fatto; pensare di essere brutta per via del tuo naso è un'opinione; avere il naso pronunciato è un fatto. Un altro consiglio importante è quello di immaginarvi in situazioni piacevoli e mentre state facendo con successo quello che vi assilla.

Il punto dunque è che nessuno può decidere i vostri pensieri per voi. Dunque sceglieteli bene. Mi sento di riportare una frase dal bellissimo film 'Il dono dell'imprevedibile': «Fai pensieri felici!».

mercoledì 19 agosto 2020

Incontri con persone straodinarie: un esempio di centratura

Stavo gustandomi con grande soddisfazione la mia sfoglia seduto al tavolo del bar Illice, nel bel mezzo dei giardini, quando arriva una ragazza venditrice di braccialetti e collane. Affianco a me vi era seduta una signora di mezza età, che si gustava un aperitivo salato e leggeva un libro. Io le ero seduto piuttosto vicino e la ragazza le chiede di comprare qualcosa. La signora dice di no e la venditrice risponde "ho fame". Al ché la distinta signora dice "vai dentro al bar e dì pure che io ti pago quello che vuoi". La ragazza poi passa da me e dal tavolo vicino: nessuno le dà niente. Quindi la ragazza torna dalla prima signora e le dice di non aver capito bene il "suo italiano". La signora glielo ripete e lei si dirige dentro al bar e poco dopo esce con uno stecco gelato. Dice alla signora "sei molto gentile" e la ragazza fa per regalarle una collana. Ma la signora, continuando nella lettura, le dice che non lo voleva e di tenerlo. E la ragazza se ne è andata. Preciso inoltre che la signora ha detto proprio "prendi quello che vuoi". Questo ha lasciato alla ragazza la scelta. E sappiamo che in questa scelta c'è quanto la ragazza è in grado di desiderare. Ovviamente non sarebbe stato opportuno prendere primo, dolce e da bere.

Sono rimasto molto colpito da tutta la scena. La signora, se non sbaglio, è un habitué del bar. Volevo perfino ringraziarla per l'insegnamento che mi aveva appena offerto. Al di là del gesto "carino", la signora non solo non ha mai posato il libro per parlare con la ragazza (e forse non ha alzato neppure lo sguardo, non lo so perché da buon italiano le davo leggermente le spalle), ma non ha cercato minimamente di trovare scuse o compromessi alla richiesta. E non pareva neppure infastidita dall'essere stata interrotta. Questa signora è rimasta totalmente centrata, non sul libro, ma sul suo stato energetico. Non ha ceduto energia.

Sarei curioso di sapere se interiormente era proprio come sembrava da fuori. Inoltre ha dato prova di ricchezza interiore, molto di più se non avesse regalato soldi. In effetti la venditrice ha dato alla signora una motivazione per cui chiedeva soldi, aveva un obiettivo: quello di sfamarsi. E la signora in questo modo non ha dato soldi per un motivo a casaccio.
(7 Agosto 2020)

mercoledì 15 aprile 2020

Ode alla Vita

Nell'estate del 2017 ebbi un momento di depressione per alcuni eventi dai quali cominciai fortemente a pensare che sino a quel momento non mi ero preso cura di 'me' sufficientemente.
Oramai ero a conoscenza degli innumerevoli benefici sulla salute dell'esposizione ai raggi del sole e in quella tarda mattina d'estate andai in prossimità al mare, nella mia città natia. Lì, mi sdraiai al sole, su un caro e gentile scoglio, esponendomi passivamente ai raggi del Dio Sole. Ma quello fu tutt'altro che un atto passivo: rimasi lì, seduto, per oltre due ore con una accettazione che accoglie tutto quello che il momento ha da offrirle: il calore del sole, il rumore prodotto dall'infrangersi dell'acqua sugli scogli, i pensieri che venivano e andavano, gli uccelli, il colore del cielo, il vento, le persone che passavano e il rumore delle barche dinnanzi a me. Nel frattempo, la mia mente (o la mia anima) produsse alcune riflessioni che si concretizzarono sotto forma di parole e versi che risuonavano dentro di me.
Una volta tornato a casa fui in grado di riscrivere tutto: era come se quelle parole fossero state incise nel mio essere. Qui, ora, vi propongo questi versi (manca sicuramente una strofa che non trovo più, ma presto l'aggiornerò):

O Mare, o Sole, o Terra,
vi chiedo perdono se finora vi ho trascurate.
Ora, imploro il vostro sostegno,
anche per il tempo in cui ho peccato.

O Mare, o Sole o Terra,
datemi il più che potete
ed io mi impegnerò,
a riceverne il più che ne sono capace.

O Mare, o Sole, o Terra,
O Vita.

giovedì 5 marzo 2020

La coincidenza e la Montagna

Ieri mi trovavo presso una biblioteca di una cittadina Friulana ed ero seduto al PC per fare una ricerca sul catalogo online. Avevo bisogno di carta per appuntarmi la collocazione dei libri. Noto che sul tavolo c'era un foglietto un pò accartocciato e lo prendo per usarlo. Ma da un lato trovo della frasi scritte a penna da qualcuno. Vista la grafia, direi che si tratti di una ragazza. Sono frasi che parlano della montagna, frasi da me mai sentite. Subito colgo la loro profondità  ed anche la coincidenza: ritorna il filo conduttore tra me e la montagna, soprattutto in inverno. Comincio a pensare e il significato è molto chiaro:«Vai in montagna!»
Vi riporto le tre frasi aggiungendo anche gli autori per la seconda e la terza, dato che non erano menzionati.
«Sulla montagna sentiamo la gioia di vivere, la commozione è emozione, il sollievo di dimenticare le miserie terrene...e tutto perché siamo più vicini al cielo».  Emilio Comici

«Una cima raggiunta è il bordo di confine tra l'infinito e l'immenso».  Erri De Luca

«Se sei in cerca di angeli o sei in fuga dai demoni...vai in montagna». Jeffrey Rasley


Mi piacerebbe proprio incontrare la persona che ha scritto e lasciato o dimenticato questo piccolo foglio di carta in biblioteca. Attendo con impazienza la sua venuta...

domenica 16 febbraio 2020

Sogno e Realtà

E' da un pò di tempo che sto cercando di chiarirmi come organizzare questo blog. E allora ho pensato una cosa: forse non c'é da organizzare un bel niente. Lo userò per lo più come un diario e di tanto in tanto farò qualche digressione sulle mie esperienze passate e sui "Quaderni di Liverpool". Anche perché, dato oramai la raggiunta presa di consapevolezza che le esperienze passate si ripeto costantemente, giorno dopo giorno, non ha nessun senso di parlare di passato ma solo di eterno presente. Dunque, da questo punto di vista, i riferimenti temporali non servono più. Quello che più conta sono i contenuti delle esperienze, e cioè il contenuto emotivo e l'interazione nella realtà, nel mondo della forma, cioè il vissuto quotidiano. Ma ora passiamo a quello che voglio condividere in questo post. Da un pò di tempo erano cambiate alcune cose nella mia vita, cioè ero stato costretto per cause esterne ad abbandonare alcune situazioni che mi causavano un carico emozionale negativo non leggero. Ho sempre creduto che tali situazione mi servivano come crescita, evoluzione. Quindi mi ero interrogato a lungo del motivo per cui, qualcuno, da lassù, o da laggiù (non ha importanza da dove) mi avesse tolto da quelle situazioni. C'è da dire che oggettivamente non riuscivo ad evolvere da dove mi trovavo, dato che ero impantanato da anni. Forse dunque è proprio questo il motivo per cui ero stato catapultato via: avevo avuto le mie possibilità e non ne ero uscito "cambiato". Ma forse sarebbe meglio non farsi troppe domande. Ad ogni modo, toltomi da queste situazioni, avevo cominciato a sognare cose simili, in contesti quasi identici. Ma come ho già scritto il carico emotivo che provavo nel sogno era fortissimo, come vivessi certe storie per la prima volta. I sogni al riguardo erano diventati riccorrenti e, incredibile a dirsi, ogni volta che facevo lo stesso sogno l'emozione era sempre al 100%. Nella realtà mi succedeva diversamente: se la stessa persona ti tratta male per un anno intero, alla fine dell'anno non reagisci più come se fosse la prima volta. Gli dai meno peso. Sopporti in modo differente. Nel sogno, stesse persone, stesse problematiche e ad ogni sogno era sempre il solito terrore, spavento... Questa è la differenza tra sogno e realtà: i sogni, anche ricorrenti, sono sempre per la prima volta. Questo credo che accada per il semplice fatto che nel sogno non disponiamo della memoria. Quando comincia un sogno e viviamo la solita situazione, non ci viene in mente che stiamo facendo un sogno simile a quello della notte precedente. Messa così mi verrebbe da dire che il sogno è più reale della realtà. Questo, secondo me, è quello che di solito succede. A meno che nei sogni lucidi non si riesca a sperimentare qualcosa che si avvicina al ricordo. Questa è una domanda interessante per me.